In questi ultimi mesi, coincidenti con l’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19, le problematiche che i datori di lavoro hanno dovuto trattare sono state molteplici. In particolare, grande rilevanza ha assunto la gestione dei dipendenti presenti in azienda che manifestano sintomi ovvero potenzialmente contagiati a seguito di un contatto personale. A tal proposito, si rammenta che il DPCM del 3 novembre 2020, contenente misure urgenti di contenimento del contagio da nuovo Coronavirus sull’intero territorio nazionale, ha confermato quanto già disposto dai decreti precedenti sull’uso di mascherine e delle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio – tra cui il distanziamento fisico e il lavaggio delle mani – nonché riportato altri protocolli e linee guida nei diversi settori lavorativi.
L’azienda, attraverso le modalità più opportune, deve informare tutti i lavoratori in merito alle disposizioni delle Autorità sanitarie, consegnando e/o affiggendo un’informativa all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali. I lavoratori, invece, hanno l’onere di rispettare tutte le disposizioni e le misure delle Autorità sanitarie e del datore di lavoro, adottate allo scopo di garantire la salute degli stessi e prevenire ogni possibile forma di diffusione di contagio.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con l’approfondimento del 16 novembre 2020, riassume le principali casistiche con cui si stanno confrontando in questo periodo imprese e lavoratori e, a seconda dei casi citati, illustra gli oneri in capo alle une e agli altri.
Qui di seguito le casistiche riportate nel documento:
- LAVORATORE CON FEBBRE O SINTOMI
- LAVORATORE ENTRATO IN CONTATTO CON PERSONE POSITIVE AL VIRUS
- LAVORATORE ENTRATO IN CONTATTO CON UN CASO SOSPETTO